Un quarto del reddito viene usato per pagare l'affitto in Italia

Un quarto del reddito (il 26% circa) viene usato per pagare l'affitto in Italia. Lo dice Guglielmo Loy, segretario confederale della Uil sui dati del IV rapporto Uil Famiglia reddito casa, curato dal Servizio Politioche territoriali. Loy precisa che anche nel I semestre del 2009, non si sono riscontrate significative ed auspicabili diminuzioni dei valori delle locazioni e di mercato. Nelle grandi città, il costo mensile medio degli affitti ammonta a 685 euro per un totale annuo di 8.227 euro. Una famiglia-campione spende infatti mensilmente il 26,4% del proprio reddito per pagare l'affitto di un appartamento di 70 mq. «Il rapporto - precisa Loy - confronta i valori del mercato immobiliare nel periodo precedente la crisi economica (2° semestre 2007), con quelli registrati nel pieno della crisi (1° semestre 2009 ). Come per i precedenti rapporti, il nostro campione di riferimento è una famiglia composta da due lavoratori dipendenti (condizione che sovrastima lo stato delle famiglie nell'attuale situazione di crisi), con due figli a carico, che percepisce un reddito annuo lordo pari a 36.000 euro e vive in affitto in una delle città Capoluogo di Regione». Dal I° semestre 2007 al I° semestre 2009, i valori di locazione nelle città metropolitane risultano, in media, diminuire del 6,5 %; fanno eccezione Torino con un aumento del 10,5%, Milano e Bari con un aumento del l'1,8%. Un decremento maggiore si registra invece in città come Firenze -29,14%, Genova -26,11%, Napoli -14,19%, Bologna -13,26%. Mentre a Roma con -2,9%, e a Palermo con -0,5% i cali si pongono sopra la media.Spetta a Roma l'incidenza percentuale media più elevata sul reddito mensile netto, con il 64,7%, seguita da Venezia con il 56,7%, Milano con il 37,8%, Firenze con il 36,9%, Bologna con il 32,6%, Torino con il 30,3% e Ancona con il 26,1%. Le città dove invece il costo mensile medio dell'affitto incide meno sul reddito, sono: L'Aquila con il 12,9%, Potenza con il 13,9%, Catanzaro con il 14%, Perugia con il 15,3%, Palermo con il 17,1% e Trieste con il 17,8%. Per quanto riguarda le quotazioni immobiliari, dal I° semestre 2007 al I° semestre 2009, si è rilevato un sostanziale aumento. Secondo le stime della UIL i valori medi nelle città capoluogo di Regione aumentano del 6,3%. In particolare a Torino il costo di un appartamento è passato da 141.633 euro a 177.917 euro con un aumento del 20,4%, a seguire Bari con un aumento del 17,6 %, Venezia del 17% (anche se i dati forniti riguardano solamente la zona centrale); Genova del 6,4%, Palermo del 4,1%, Roma del 3,5% , Napoli del 2,8%, Firenze dello 0,7%, Milano dello 0,6%. Unica città in controtendenza è Bologna con una diminuzione del 5,5%. Per la Uil, affrontare il tema del rapporto tra il costo delle abitazioni e il reddito delle famiglie, è urgentissimo e per tentare di risolvere la questione , innanzitutto, va messo sul mercato un maggior numero di case a canoni agevolati ed economicamente compatibili. È necessario, inoltre, che la virtuosa collaborazione interistituzionale (Stato, Regioni, Comuni) sia rafforzata e finalizzata al raggiungimento di questo obiettivo.